Erigeva il suo desiderio per la
Dea-Amore in un gioco di equilibrio rivolto verso l'alto. Con
delicatezza, fermezza d'animo e di mente impilava ogni sospiro, ogni
bisogno, ogni suo diritto ad essere amato, nutrito e protetto.
Accolto dentro, come negli abissi del mare, come negli abissi
dell'anima e del corpo. Una dopo l'altra metteva le pietre in
equilibrio formando sculture momentanee che evocavano il suo amore.
Un rito propiziatorio, una sorta di omaggio fallico a lei che adorava come le sue mani le toccavano l'esistenza...