Dicono che la curiosità sia femmina. Sarà per quello allora che quando un uomo dichiara un qualsiasi stato di relazione con una donna, a me assale una grande curiosità di sapere "ma lei lo sa?"
La prima volta successe quando mio fratello all'età di 7 anni tornò dalla scuola con gli occhi sognanti:
- Stella è la mia ragazza!
- Chi è Stella? Una bambina bionda dell'altra classe.
- Ah!... Ma lei lo sa?
- Eeeeh... (faccia pervasa da dubbi) No.
- Ah, ecco... a posto!
Pare che questo strano modo dei maschi di definire le relazioni con l'altro sesso in modo unilaterale non cambi molto poi col tempo...
C'è chi dice: "Siamo solo scopamici" e a me viene da chiedere "ma lei lo sa?"
Sempre mi viene da chiedere, sempre! Giusto per definire lo stato di psicopatologia di ciascuno!
- Ormai tra me e mia moglie non c'è più niente... (Seeee forse non esiste nemmeno lei!)
- Ma lei lo sa?
- Lei (riferito sempre alla moglie) è la donna della mia vita! (Detto dopo due ore che mi cotreggi e hai capito che non te la do)
- Ma lei lo sa?
- Ci stiamo separando.(Forse così hai qualche possibilità in più che io te la dia...)
- Ma lei lo sa?
- La amo più della mia vita! (tirando su i pantaloni magari...) (No, no... non gliel'ho data. Era un altro caso questo...)
- Ma lei lo sa?
- Stiamo insieme solo per i figli!
- Ma lei lo sa?
- No, ma lei è solo una cara amica...
- Ma lei (innamorata persa) lo sa?
- Ormai siamo due amici che convivono...
- Sì, ma... lei lo sa?
Che poi... in fondo in fondo sono convinta che non c'è modo di far sapere qualcosa a chi non vuole sapere nulla...
giovedì 7 aprile 2016
sabato 19 marzo 2016
Auguri papà!
Prima che tu muoia voglio dirti GRAZIE per avermi insegnato a:
(Bucay inizia la sua lettera dicendo: "Prima di morire, figlia mia, vorrei assicurarmi di averti insegnato:")
- Gioire dell'amore
- Aver fiducia alle mie forze
- Affrontare le mie paure
- Essere entusiasta della vita
- Chiedere aiuto quando ne ho bisogno
- Permettere agli altri consolarmi quando soffro
- Prendere le mie decisioni
- Difendere le mie scelte
- Essere amica di me stessa
- Non aver paura di risultare ridicola
- Saper che merito di essere amata
- Rivolgere alle persone parole tenere
- Amare e prendermi cura della bambina che c'è in me
- Non dipendere dall'approvazione degli altri
- Non farmi carico delle responsabilità altrui
- Non rincorrere l'applauso ma solo la mia soddisfazione da ogni fatto
- Dare perché voglio e mai pensando perché sia un mio dovere
- Accettare i miei limiti e le mie debolezze senza rabbia
- Non imporre i miei criteri a nessuno e non permettere agli altri impormi i propri
- Dire "sì" soltanto quando voglio e "no" senza sensi di colpa
- Osare di più
- Accettare il cambiamento e revisionare i miei "credo"
- Cercare di guarire le vecchie ferite e le recenti
- Comportarmi ed esigere che si comportino con me con rispetto
- Progettare il futuro ma vivere il presente
- Affidarmi al mio intuito
- Coltivare rapporti sani, dove l'uno supporta l'altro
- Fare della comprensione e del perdono delle mie priorità
- Accettare me stessa per come sono
- Crescere imparando dai miei fallimenti
- Permettere a me stessa di ridere in mezzo alla strada senza un motivo particolare!
(Bucay inizia la sua lettera dicendo: "Prima di morire, figlia mia, vorrei assicurarmi di averti insegnato:")
martedì 8 marzo 2016
Parole "in erba"
E provo le nuove parole come fanno i
bimbi con i vocaboli appena acquisiti.
Ti guardo negli occhi e lo pronuncio
per vedere che effetto fa in te,
sentire l'effetto che fa dentro di
me...
La prima volta con voce insicura di un
vocabolo che non m'appartiene.
Di un vocabolo del quale devo ancora
misurare il peso.
Lo pronuncio e guardo il tuo volto per
captare ogni cambio di luminosità dei tuoi occhi.
Pendo dal diametro delle tue labbra,
aspetto conferma.
Non so ancora bene cosa significhi ma
il tuo sorriso dice che può andare
e i tuoi occhi confermano.
Ti amo.
mercoledì 2 marzo 2016
Quando le principesse invecchiano...
Stamattina salgo in autobus, mi siedo ad uno dei due sedili per anziani o invalidi. Quanche fermata più in là salgono due signore. Una sui 60 anni e l'altra in evidente stato di anzianità. La prima aiuta la nonnina a timbare il biglietto e la invita a sedersi prima che l'autobus parta. L'anziana si dirige verso di me dicendo: "Mi siedo qua, affianco alla ragazza (le sembro ragazza!!!) se mi vuole, perché sa, nessuno vuole gli anziani vicino perché a nessuno piace ricordare il fatto che si invecchi..."
Le sorrido, le faccio spazio. Questa era una cosa che diceva pure mia nonna. Anche questa nonnina ha la faccia acqua-sapone ed esperienza, come la mia amata nonna morta a 90 anni.
- Ma non è vero! Obbieto pensando a lei. Agli anziani si vuole bene anche fino a 120 anni! Questa cosa la diceva anche mia nonna ma non è vera! Lei sembra una nonna addorabile come la mia.
- Quanti anni ha la sua nonna?
- (tra vedere e non vedere carico un po' l'età. Una bugia bianca...) Mia nonna si è fermata a 98 anni e io avrei voluta averla vicino fino ai 120!
- Ah, io ho 89 anni, sa! Dice lei contenta dopo aver pensato che tutto sommato 98 non è male!
E mentre io ringrazio Dio che mi ha illuminato all'ultimo a non dire che mia nonna è morta a 90 anni, la nonnina riceve i complimenti dalla signora 60enne.
- Complimenti! Se li porta bene! Non si direbbe!
- Certo, ho i miei acciacchi ma grazie a Dio sono stata sempre autosufficiente. Immagini che fino a 4 mesi fa avevo la macchina e guidavo! Facevo pure viaggi. Ho guidato per 58 anni fino a 4 mesi fa che me l'hanno rubata! Adesso mi tocca prendere l'autobus ma quanto mi manca la mia macchina!
- Prenda un altra! Una usata magari... si trovano in buone condizioni e non costano molto. (Ma che razza di consiglio è ad una quasi 90enne!!!)
- Nooo! Non ho mai comprato macchine usate. Sempre nuove.
(Io nel fratempo saluto le due signore e mi preparo a scendere.)
- Magari si trova una nuova che non costi molto...
(E mentre io scendo, sento la nonnina che replica)
- Eh, ma tanto mio figlio dice che è inutile... che me la rubano di nuovo...
Mi viene da stramazzare per terra dalle risate! Cammino e rido, e non riesco a riprendermi perché penso proprio di sapere chi ha rubato l'auto alla nonnina cara...
Le sorrido, le faccio spazio. Questa era una cosa che diceva pure mia nonna. Anche questa nonnina ha la faccia acqua-sapone ed esperienza, come la mia amata nonna morta a 90 anni.
- Ma non è vero! Obbieto pensando a lei. Agli anziani si vuole bene anche fino a 120 anni! Questa cosa la diceva anche mia nonna ma non è vera! Lei sembra una nonna addorabile come la mia.
- Quanti anni ha la sua nonna?
- (tra vedere e non vedere carico un po' l'età. Una bugia bianca...) Mia nonna si è fermata a 98 anni e io avrei voluta averla vicino fino ai 120!
- Ah, io ho 89 anni, sa! Dice lei contenta dopo aver pensato che tutto sommato 98 non è male!
E mentre io ringrazio Dio che mi ha illuminato all'ultimo a non dire che mia nonna è morta a 90 anni, la nonnina riceve i complimenti dalla signora 60enne.
- Complimenti! Se li porta bene! Non si direbbe!
- Certo, ho i miei acciacchi ma grazie a Dio sono stata sempre autosufficiente. Immagini che fino a 4 mesi fa avevo la macchina e guidavo! Facevo pure viaggi. Ho guidato per 58 anni fino a 4 mesi fa che me l'hanno rubata! Adesso mi tocca prendere l'autobus ma quanto mi manca la mia macchina!
- Prenda un altra! Una usata magari... si trovano in buone condizioni e non costano molto. (Ma che razza di consiglio è ad una quasi 90enne!!!)
- Nooo! Non ho mai comprato macchine usate. Sempre nuove.
(Io nel fratempo saluto le due signore e mi preparo a scendere.)
- Magari si trova una nuova che non costi molto...
(E mentre io scendo, sento la nonnina che replica)
- Eh, ma tanto mio figlio dice che è inutile... che me la rubano di nuovo...
Mi viene da stramazzare per terra dalle risate! Cammino e rido, e non riesco a riprendermi perché penso proprio di sapere chi ha rubato l'auto alla nonnina cara...
sabato 27 febbraio 2016
Nei sogni...
Vorrei cullar le tue voglie mentre
dolcemente le porti nel mondo dei sogni e poi seguirti per placartele
tutte!
Chiudi gli occhi, amore. Attacco la
mia bocca nella tua, come se fosse la bocca di un bimbo affamato sul
seno di sua madre.
Mi nutro. Mi nutro di te senza saziarmi
mai.
E lì, nel sogno, serva di un Dio-Amore
obbedisco al Suo comandamento:
Usatevi l'un l'altra prima che il tempo
vi usuri definitivamente...
lunedì 22 febbraio 2016
Gli amanti di Valdaro
Si sdraiarono uno di fronte all'altra.
Le braccia di lui l'avvolsero, le gambe si intrecciarono come per
diventare un unico corpo. Restarono silenziosi guardandosi negli
occhi e lasciando le loro anime dialogare.
- Io ti amerò per sempre e sempre
di più. Gli disse lei senza parlare.
- Al di là della nostra vita qui e
ora, ci siamo già conosciuti. Ci siamo già amati e non sarà
l'ultima volta che ci ameremo.
Rispose lui e poi chiusero gli occhi e
morirono d'amore.
lunedì 15 febbraio 2016
The day after
Cuori al cioccolato e fragole e fiori. Cene, abbracci e biglietti.
Melodie che riempiano l'anima e l'aria e baci d'amore appassionati.
Cuori colmi degli innamorati. Occhi sognanti di adolescenti.
Intenso scambio d'amore imposto dal giorno e dal Santo.
Tanto si è detto, molto si è scambiato. Regali attesi e dichiarazioni inaspettate.
Il tutto sotto gli occhi dei dissidenti, dei non credenti, dei non innamorati...
E' bello che il bello sia per un giorno ancora di più!
Lode a chi ieri ha fatto il dono più prezioso: il tempo...
Melodie che riempiano l'anima e l'aria e baci d'amore appassionati.
Cuori colmi degli innamorati. Occhi sognanti di adolescenti.
Intenso scambio d'amore imposto dal giorno e dal Santo.
Tanto si è detto, molto si è scambiato. Regali attesi e dichiarazioni inaspettate.
Il tutto sotto gli occhi dei dissidenti, dei non credenti, dei non innamorati...
E' bello che il bello sia per un giorno ancora di più!
Lode a chi ieri ha fatto il dono più prezioso: il tempo...
venerdì 12 febbraio 2016
San Valentino arriva, preparatevi!
Premesso che le feste comandate poco mi
piacciono, riconosco tuttavia che il comando “festeggiate!” mi è
l'unico gradito nella vita. Eccovi allora una proposta di menu per
il giorno di San Valentino.
Il vino: rosso come il sangue. La qualità ve la scegliete voi. A me piace amabile.
L'insalata:
Insolita. Arance,
cipolle di tropea o comunque cipolle dolci da insalata, sale, olio di
oliva extravergine e pane abbrustolito. Se le cipolle
risultano molto forti, dopo averle tagliate a fette lasciatele in
acqua per un oretta, cambiando l'acqua due tre volte. Qualche oliva
nera per decorazione.Il vino: rosso come il sangue. La qualità ve la scegliete voi. A me piace amabile.
L'insalata:
Frittata di farina di ceci con olive nere cotte al forno, oppure con spinaci, accompagnata da gorgonzola-mascarpone o con cipolle e rosmarino. Sulla ricetta base che trovate qui http://blog.giallozafferano.it/dolcipocodolci/frittata-con-farina-di-ceci-senza-uova/ potete aggiungere olive nere cotte al forno, snocciolate e tagliate a pezzettini, oppure spinaci freschi tritati finemente e aggiunti sulla pastella prima di metterla in padella. Le cipolle invece vanno leggermente e velocemente soffrite, poi si aggiunge la pastella e in fine, prima che si solidifichi completamente, il rosmarino.
Budino al cocco
Mi sono divertita a preparare questo menu. Ho fantasticato di prepararlo per due uomini che sono nella mia vita prima di una notte d'amore. Ho fantasticato di gustarlo con due amiche prima di un pigiama party. Ho immaginato mangiarmelo tutto da sola in un giorno di casa-divano-libri-silenzio. Ecco perché insomma le tre forchette, ecco perché un dolce per tre cucchiaini. Come augurio/desiderio che l'amore sia sempre libero da ogni catena. Che almeno per un giorno sia celebrato l'amore e basta, senza distinzione di sesso e di numero, senza bisogno di legittimazioni e giustificazioni. L'amore e basta. Buon San Valentino a tutti!!!
domenica 7 febbraio 2016
Domenica
Le Domeniche mi lasciano sempre un
senso di strano. Un tempo sospeso tra vorrei e sono...
I gabbiani volano basso, sotto un cielo
cupo che smorza i colori di un mare pitturato per mano divina, che
attenua i colori di rosa, rosso, malva, porpora, bianco, arancio,
salmone e giallo appesi ai muri e ad ogni recinzione a forma di
foglie di bouganville.
Le Domeniche mi lasciano sempre un
senso di strano... Mi lasciano sempre fuori posto, fuori luogo, fuori
tempo.
Da domani saremo nuovamente tutti
reclusi nelle nostre vite perfette.
Condannati a camminare sulle nostre
scarpe costose, colletto, maniche e pieghe messe a punto
anche quelle dell'anima...
Oggi invece è Domenica.
giovedì 4 febbraio 2016
Sta rannicchiato a fianco a me, lo
abbraccio, lo annuso, lo bacio, mi riempio i polmoni e l'anima del
suo odore di buono come se fosse il fumo di una droga. Della mia
droga preferita. Dentro di me mille parole dolci. Non oso dire
neanche una. Cerco con carezze di spazzare via la sua tristezza, la
delusione dell'averlo tradito. Di aver amato anche un altro oltre
lui. Ma quando t'arriva una botta d'amore che non sai manco tu da
dove e perché, qualcuno verrà tradito. O tu o lui, qualcuno verrà
tradito. Perché per convenzione sociale si è imprigionato l'amore,
delimitato e depravato della sua sostanza divina, della sua forma più
pura. Non si può amare più di una persona per volta. L'amore si
taglia, si misura, si paragona. L'amore compete, possiede, espropria,
ma non tradisce!
giovedì 28 gennaio 2016
Monologo della mattina dopo
Ieri la pizza era
buonissima!Ingredienti di prima qualità a cominciare dalle farine.
Lievitazione lenta, profumo inconfondibile di nutrimento base.
Condimenti dai sapori decisi, appaganti tra gusto, olfatto e vista.
Una vera goduria.
Io insalatina...
La birra, anzi le birre sgorgavano copiose in cinque diverse gradazioni, cariche dello spirito del luogo dove nascono. Versate lentamente nel bicchiere inclinato raddrizzandolo gradualmente, per favorire la formazione della schiuma e racchiudere i profumi e tutta la maestria artigianale. Una vera comunione tra spirito e spirito.
Io acquaetta...
Mannaggia alle intolleranze e le allergie! Mi sto incamminando verso la santificazione senza accorgermene! Mi resta solo il sesso e il fumo. Gli unici miei appigli di salvezza contro l'ascesi obbligata! Oh sì! Erba buona! Se l'unica cosa che mi resta dopo una vita d'ingordigia è brucare l'erba, che erba sia! Fumo e sesso. Ecco! Prossima volta che qualcuno mi racconta di aver mangiato una pizza divina come quelle che stavano ieri intorno alla mia insalatina e aver fatto sgorgare lungo la sua laringe un misto di profumi e sapori sapientemente spiritati, accenderò la mia sigaretta fatta lo stesso con maestria e orgoglio artigianale, farò un lungo tiro lasciando che i miei polmoni vengano inondati di profumo d'erba buona e mentre rilascerò che il fumo imprigionato trovi nelle mie narici la sua unica via di fuga, lo guarderò dritto negli occhi e come quel figo di Christian Grey dirò: io scopo forte..
Io insalatina...
La birra, anzi le birre sgorgavano copiose in cinque diverse gradazioni, cariche dello spirito del luogo dove nascono. Versate lentamente nel bicchiere inclinato raddrizzandolo gradualmente, per favorire la formazione della schiuma e racchiudere i profumi e tutta la maestria artigianale. Una vera comunione tra spirito e spirito.
Io acquaetta...
Mannaggia alle intolleranze e le allergie! Mi sto incamminando verso la santificazione senza accorgermene! Mi resta solo il sesso e il fumo. Gli unici miei appigli di salvezza contro l'ascesi obbligata! Oh sì! Erba buona! Se l'unica cosa che mi resta dopo una vita d'ingordigia è brucare l'erba, che erba sia! Fumo e sesso. Ecco! Prossima volta che qualcuno mi racconta di aver mangiato una pizza divina come quelle che stavano ieri intorno alla mia insalatina e aver fatto sgorgare lungo la sua laringe un misto di profumi e sapori sapientemente spiritati, accenderò la mia sigaretta fatta lo stesso con maestria e orgoglio artigianale, farò un lungo tiro lasciando che i miei polmoni vengano inondati di profumo d'erba buona e mentre rilascerò che il fumo imprigionato trovi nelle mie narici la sua unica via di fuga, lo guarderò dritto negli occhi e come quel figo di Christian Grey dirò: io scopo forte..
lunedì 25 gennaio 2016
Quasi semplice...
Dicono che nelle difficoltà si conosce
chi sta a nostro fianco.
Ma lì, misuriamo soltanto la sua resilienza... i momenti semplici, i momenti facili sono molte volte uno specchio più indicativo.
Ma lì, misuriamo soltanto la sua resilienza... i momenti semplici, i momenti facili sono molte volte uno specchio più indicativo.
Una persona si conosce nella sua
spensieratezza...
Presupposto fondamentale però è che
esista una persona al nostro fianco, in modo che venga cancellata la
solitaria unicità di ciascuno di noi.
E forse allora potremo
conoscere con chi sta camminando a fianco la persona che abbiamo
scelto per vivere “l'insieme”. Perché attraverso “l'insieme”
si conosce “l'io”...
sabato 23 gennaio 2016
Perla nera
Le vere donne non guidano a meno che
non sia il loro mestiere e per lei guidare era un mestiere che
lasciava volentieri ad altri! Un sorriso che scaldava l'anima, un
corpo che faceva venire brividi. Pupille color ebano incastonate a
bulbi di madre perla. Occhi sinceri. Fisico asciutto avvolto sempre
in tanta eleganza sia quando camminava su tacchi discreti che quando
i tacchi restavano dietro di lei, occupando i primi due passi sulla
soglia di casa. La servitù raccoglieva e poggiava le scarpe sul
margine destro del primo scalino che portava ai piani alti della
grande abitazione. Un marito di quindici anni più grande di lei, di origini europee, nato e vissuto nella grande metropoli
africana. Un marito che l'apprezzava e la stimava moltissimo. Un uomo
ben tenuto per i suoi sessant'anni. Lui color rosa, avvolte pallido,
bassottino, il contrario della definizione “un bell'uomo”
Affascinante e dolce comunque. Lei figura stilizzata della bellezza
africana. Nulla tradiva le sue tre gravidanze, la prima 24 anni fa e
l'ultima 9. In mezzo altri tre figli, uno biologico e due in affidamento. Nulla in lei
tradiva la sua età. Quella la si riusciva a sapere solo parlando.
Certo, anni vissuti bene, prendendo sempre cura di sé, senza mai
usurarsi con lavori di manovalanza o poco gratificanti. Un avvocato
dei più potenti nella grande metropoli di 17 milioni di popolazione
stimata. Una donna di carriera che riusciva a conciliare tutto.
Famiglia, lavoro, viaggi che la portavano spesso in giro per
l'Europa, una grande rassegna di opere di bene che seguiva con
dedizione, una grande rassegna di ospiti che arrivavano a casa sua.
Da semplici persone arrivate dai villaggi rurali dell'entroterra a
Dalai Lama e altri importanti capi spirituali e politici. Chi per una notte, chi
per mesi interi. E la sua casa con tre uomini di servitù, due di
guardia e un padrone di casa che seguiva tutto, funzionava alla
perfezione. Lei, regina indiscussa, onorava soltanto con la sua
presenza. Si
svegliava presto, scendeva nella sala da pranzo per colazione ed
alcuni giorni si faceva accompagnare sulla enorme distesa di sabbia
bagnata dall'Atlantico dove faceva qualche minuto di corsa, un po' di
esercizi e meditazione. Le piaceva tenersi in forma, vestirsi bene,
dedicare del tempo alle persone, fermarsi ad ascoltarle, camminare
scalza sempre e ovunque fosse possibile. Fare del bene dove poteva
era il suo tendere verso Dio. Lavorare per migliorare le condizioni
di vita di molte persone, lavorare per cambiare sorti di destino
avverse. Ecco questo era il suo mestiere che seguiva dalle prime ore
dell'alba fino spesso tarda notte, senza pause per giorni interi.
Guidare invece era il mestiere del suo autista. Suo personale autista. Uno
uomo di quindici anni più giovane, forse anche venti che guidava il
suv al posto suo anche se lei aveva comunque la patente. Il suo
autista aveva un aria di superiorità e si muoveva in casa con
disinvolta padronanza come se fosse più parte della famiglia che non
della servitù. In assenza dei genitori i figli facevano riferimento
a lui e al suo potere decisionale. Uomo giovane con un fisico
statuario che nessuna camicia riusciva a nascondere. Camicia che
spesso si abbinava al bianco candido del suo sorriso. Forse una delle
tante persone alla quale l'avvocatessa era riuscita a cambiarne il
destino. E lui, affianco a lei emanava gratitudine. Tanta gratitudine
che qualche mattina di quelle rare in cui lei restava al letto dopo
le 8:00, dopo aver accompagnato i bambini a scuola e salutato il
padrone di casa che usciva per commissioni, preparava un vassoio con
la colazione e glielo portava al letto. Restava con lei per qualche
ora senza che nessuno osasse disturbarli. Uno di quei giorni lo
incontrai sulle scale che scendeva in cucina per riempire nuovamente
le tazze di caffè. Pantaloni che mettevano in risalto due glutei
potenti, camicia bianca abbottonata alla meglio e piedi nudi. Dopo,
tutto tornava in un rapporto professionale tra dipendente e datore di
lavoro. L'unica cosa che tradiva il peccato di una donna da molti
santificata era il permesso al suo autista di girare per casa scalzo,
esattamente come lei.
giovedì 21 gennaio 2016
Biscotti senza glutine
La storia di un triangolo d' amore, quella tra me, una tazza bollente di tè nero e biscotti con gocce di cioccolato. Non posso non lasciare tracce di una tale passione... Ci stanno bene anche nel latte. Tempi di assorbimento brevissimi!
Ingredienti:
200gr burro a temperatura ambiente
200gr burro a temperatura ambiente
160gr zucchero
2 uova
buccia d'arancia non trattata
100gr di gocce di cioccolato fondente
una bustina lievito per dolci
500gr farina di riso
2-3 cucchiaiate di amido di mais o noci polverizzate se l'impasto resta ancora attaccato nelle mani
175°C-180°C per 15-20 minuti
46 biscotti circa
Lavorate per 5-6 minuti il burro e lo zucchero con le fruste elettriche, aggiungete le uova e continuate finché non sia tutto unito per bene. Grattugiate la buccia di un'arancia grande o due piccole. Continuate a lavorare con le mani, aggiungendo la farina di riso e il lievito setacciato e l'amido di mais o le noci polverizzate. All'ultimo unite le goccie di cioccolato fondente. Plasmate delle piccole palline (dimensione di una noce ) schiacciate le con le mani e disponete nella teglia. Possono stare anche vicini perché non crescono a dismisura.
Buona riuscita!
Lavorate per 5-6 minuti il burro e lo zucchero con le fruste elettriche, aggiungete le uova e continuate finché non sia tutto unito per bene. Grattugiate la buccia di un'arancia grande o due piccole. Continuate a lavorare con le mani, aggiungendo la farina di riso e il lievito setacciato e l'amido di mais o le noci polverizzate. All'ultimo unite le goccie di cioccolato fondente. Plasmate delle piccole palline (dimensione di una noce ) schiacciate le con le mani e disponete nella teglia. Possono stare anche vicini perché non crescono a dismisura.
Buona riuscita!
mercoledì 20 gennaio 2016
Dormi e sogna!
Nelle gelide notti d'inverno, prima di
coricarsi, bisogna buttar due tronchi nel fuoco.
“Vai a dormire amore! Ti voglio
fresca e riposata!” Disse. Poi ci ripensò.
“Ti voglio tutta anima e corpo
Stanca e riposata
Felice e arrabbiata
Ma sempre innamorata
Eccitata”
E il fuoco continuò ad ardere...
lunedì 18 gennaio 2016
Monte di Venere
Il monte, il profeta, il cespuglio che
arde senza bruciarsi. E lui si inginocchia allo squarcio di
manifestazione divina che si apre davanti ai suoi occhi. Si trova
proprio lì il centro del mondo, è proprio quello l'unico veicolo
dell'ascensione al cielo o del ritorno al principio. Tocca il fuoco
con le mani, porta la bocca vicino alle fiamme per assaporare la
sacralità di un luogo dove si consumano le nozze tra il Cielo e la
Terra. Il monte infuocato offre le sue tavole di pietra perché il
profeta e non Dio, incida i suoi comandamenti. Lui scrive e il monte
arde... Meta sublime di tutti i suoi pellegrinaggi per il resto della
sua vita.
giovedì 14 gennaio 2016
One-night stand
Bello lui! Lo guardava con discrezione
e speranza di essere notata. E lui la notò. Fece il primo passo come
imponevano le regole del gioco. Si presentò. Lei gli sorrise e
continuarono a sorseggiare i cocktail colorati cercando di andare
oltre la musica alta, la poca illuminazione del club, gli amici che
ogni tanto si mettevano in mezzo. "E' una vecchia conoscenza
d'infanzia che non incontravo da anni" mentì lei alle amiche che
guardavano sbalordite il bel pezzo di figo che si era intrufolato
nella compagnia. "Usciamo fuori a fare due passi e raccontarci la
vita finora e poi mi accompagna a casa lui. Un tempo abitavamo nello
stesso quartiere. Ci sentiamo domani!" Mezze bugie, mezze verità.
Non avevano mai abitato nello stesso quartiere e non si erano mai
visti prima anche se poi parlando non tardarono a trovare conoscenze
in comune. Di passi ne fecero più di due ma verso la casa di lui.
Era indubbiamente un bel ragazzo e non era la prima volta che qualche
bella femmina ci restava secca. Aveva modi gentili, era un tipo
divertente, semplice, che emanava amore da ogni gesto. Portarsele al
letto per lui era un gioco. Ci si finiva sempre con naturalezza e lei
sembrava cotta a puntino. Un po' di musica dei gusti fini, un altro
cocktail. La festa divenne privè. Tutta per loro due e durò fino
all'alba. Lei si addormentò tra le sue braccia per riprendere forze
e lui rimase a contemplarla. Un esemplare raro senz'altro. Lineamenti
fini occhi dal taglio orientale. Le avrebbe chiesto il numero di
telefono. Si sarebbe illusa un po' aspettando una chiamata di lui che
non sarebbe mai arrivata ma poi se lo sarebbe dimenticato
catalogandolo come "un altro stronzo che sparisse." Un po' gli
dispiaceva ma questo era l'iter... E poi nella sua vita una donna
c'era già. Le accarezzo i capelli di seta la sua pelle morbida e
profumata. Altroché se avrebbe voluto rivederla. Avevano condiviso
una notte di amore appagante. L'aveva vista dimenarsi sopra di lui in
preda ai suoi orgasmi... Avrebbe voluto riviverlo tutto questo, senza
complicazioni ed effetti collaterali. Solo questo, nient'altro. Lei
si svegliò, l'accarezzo. Dovevano alzarsi ormai per riprendere le
proprie vite. Seduto lui sul bordo del letto per un attimo beccò se
stesso sognare il prossimo incontro. Lei mise il viso vicino al suo
per sentire un altra volta il calore dei loro corpi fondersi. Gli
diede un bacio sulla guancia ed entrò in bagno per prepararsi.
Quando uscì lui le chiese il suo numero di telefono. "Ci sentiamo
se ti va." "Certo!" rispose lei, metà bugia e metà verità.
Che si sarebbero risentiti e rivisti era certa ma che ciò le andasse
bene, non tanto. Appena lui entrò in bagno lei prese un pezzo di
carta, frugò nel suo cellulare e copiò un numero. In macchina erano
silenziosi tutti e due. Ognuno nei propri pensieri. Lui in preda ad
una voglia di confessarle tutto e chiederle di rivedersi e riamarsi
nonostante "il tutto" e lei facendo i conti con quanto piccolo è
il mondo... Sotto casa sua lui estrasse il foglio col numero di
telefono che poco fa gli aveva dato. "Ti chiamerò" le disse. "Meglio di no!" rispose lei amorevolmente. "Dai, non scherzare!
Voglio rivederti!" "Ci rivedremo!" Disse lei ridendo. "La mia
migliore amica fa da testimone di nozze ad una sua cugina. Sono
invitata anche io! Ma mi raccomando, fai da bravo perché senza lo
sposo il matrimonio salta!" "Avrei voluto dirtelo ma non ci
riuscivo! Poi erano usciti fuori un sacco di conoscenti in comune!
Avevo paura che ti sentissi esposta!" Lei sorrise. "Tesoro mio!
Sono adulta e so pararmi da sola!" Estrasse anche lei il suo
foglietto col numero di telefono copiato. "Questo è il numero
della tua fidanzata, giusto? Sappi che se qualche tuo amico verrà a
sapere di noi e della nostra notte, lo userò!"
Si videro un paio
di volte ancora in mezzo ad amici in comune e una altra volta
prendendo un caffè loro due. Lui le raccontò come si era incastrato
tra genitori e fidanzata, tutti accaniti organizzatori di matrimoni,
le disse che la pensava sempre che... "ce l'ho ancora il mio
foglietto col numero" lo interruppe lei e continuarono a prendere
il loro caffè senza ulteriori film mentali...
lunedì 11 gennaio 2016
Auguri
A te che mai mi hai chiesto di
sposarti.
A me che mai ho desiderato di sposarmi.
A te che mai hai progettato un giorno
oltre l'oggi.
A me che volevo che mi abbracciasti e
mi dicesti “voglio invecchiare con te.”
A te che non l'hai mai detto ma che lo davi per scontato.
Auguri a te e auguri a me di buona sorte e di salute.
A te che non l'hai mai detto ma che lo davi per scontato.
Auguri a te e auguri a me di buona sorte e di salute.
Auguri a noi che a dispetto di noi ci
siamo sposati un giorno come oggi.
giovedì 7 gennaio 2016
50 sfumature d'ufficio
Una mattinata come tante, in ufficio.
Sembra, ma non lo è. Da vent'anni ogni giorno gli stessi gesti, gli
stessi visi intorno. Rassicurante! Anni di vita da condividere in una
convivenza forzata. Rapporti di amore e odio misti con tanta
solidarietà tra colleghi, qualche arruffianamento, un po' di sgarbo,
una dose di sgomitate. Un sano ambiente lavorativo insomma! Si
conosce tutto di tutti in ufficio. O così sembrava fino a quella
mattina che al cellulare del caro collega F, (un bravo ragazzo,
tranquillo, volitivo e sempre bendisposto nei confronti degli altri.
Ragazzo? Sì, ragazzo di quasi mezzo secolo, ragazzo comunque!
Dicevamo? Che al cellulare del caro collega F,) arrivano dei
messaggi. Uno, due, tre... ben cinque messaggi. Apre il primo e poi
lascia le notifiche squillare senza guardare. Un velato sorriso gli
si stampa in faccia. Appena si accorge di non aver nessun sguardo su
di sé, apre il secondo messaggio. Sente la vena sul collo pulsare.
Poi continua a digitare sulla tastiera del suo pc. E ancora il terzo,
il quarto. Inizia a sentirsi caldo e a faticare di stare fermo sulla
sedia. A stento controlla il respiro. Apre il quinto. Il sangue non
gli circola più. Fluisce tutto verso un unico punto che si gonfia,
cresce e minaccia di far esplodere la cerniera dei pantaloni. Ma come
le sarà venuto in mente inviargli foto del genere mentre lui sta
lavorando! Appena possibile si servirà di tutto quel ben di Dio che
le foto promettono. Due colleghe un paio di metri da lui tirano giù
dei plichi di documenti da revisionare e sistemare altrove. Una sulla
scala e l'altra giù, a prendere i plichi ed accatastarli sulla
scrivania. Ma quanto chiacchierano queste due! A giorni esce sulle
sale cinematografiche il tanto atteso film erotico e loro scalpitano!
Cristian e Anastasia fanno furore sulla parola! Già il titolo è un
successone! Hanno visto il trailer tanto da impararlo a memoria. Il
bacio di Cristian dentro l'ascensore... Solo quello è una goduria!
Chi sa il resto! Parlano e sognano. E c'è chi sogna e chi invece ricorda...
E il povero collega F cerca di lavorare, tra messaggi che turbano,
discorsi che ricordano e paura che le colleghe gli chiedano aiuto,
mettendolo sulla scala e passarle i plichi più pesanti...
mercoledì 6 gennaio 2016
Vacanze romane
L'ultima volta che abbiamo mangiato
insieme di notte, dopo tanti anni, fu nel nostro ultimo incontro di
quest'estate. Quel unico incontro che ci concediamo una volta
all'anno. Ero venuta a trovarti nel tuo locale, a bere un cocktail
con una amica. Verso le due lei, come tutti gli altri clienti se ne
andò.
- Rimango ad aiutarti? Ti chiesi.- No, resta per farmi compagnia. Ti porto io a casa. Mi dicesti mentre sistemavi tutto prima di chiudere.
In un sacchetto hai messo dei minuscoli
panini e stuzzichini non venduti che servivano per accompagnare gli
aperitivi Hai preso un pezzo di carta e hai scritto sopra “panini
puliti” l'hai appiccicato nella busta e mi l'hai data in mano.
- La puoi, per favore andare ad
appendere nel palo vicino al cassonetto della spazzatura? C'è
sempre più gente che rovista tra l'immondizia in cerca di mangiare.
Delle volte non faccio in tempo di chiudere e quando passo da lì il
sacchetto è già sparito e se guardi per strada a quest'ora non c'è
anima viva. Eppure sparisce.
Uscì per strada. Avevi ragione. Strada
del centro storico completamente deserta. Si sentiva qualche
tintinnio dei bicchieri che stavi lavando e all'improvviso la tua
voce che ruppe la quiete notturna.
- Ti amoooo!
Mannaggia a te! Riuscivi a mettermi in
imbarazzo anche dopo vent'anni! Mi guardai intorno nella speranza non
fossi la destinataria. Nulla. Non c'era anima viva. Toccava a me
risponderti.
Quando hai finalmente abbassato la
serranda ti si illuminò il viso:
- Andiamo a mangiare qualcosa?
- Andiamo! Ti dissi, anche se per la
verità dovevo essere già a casa. Marito e figli si erano da tanto addormentati senza la mia
buonanotte e a me questa mancanza pesava. Sapevo che se ti avessi
detto di no, mi avresti portata a casa e poi saresti andato a
dormire a digiuno.
Optammo per una pizzetta al taglio che
sarebbe stata più veloce. Non volevo deluderti ma io ormai da anni
non mangiavo più di notte. E poi il mio organismo faticava a
tollerare il grano. Come un tempo iniziasti a imboccarmi con le mani
passandomi pezzettini di prosciutto e formaggio fuso. Ma alla fine
riuscì a farti smettere di imboccarmi. Appena saziato un po' salimmo
sulla tua moto. “Vorrei che fosse una vespa e che la città fosse
Roma” Dissi prima di accendere il motore. Come per tutto quello che
cercavi di comunicarmi mi ci è voluto tempo a capire che avresti
voluto fossi la tua principessa evasa dalla sua “prigionia” per
un giorno. Avresti voluto essere Gregory Peck con le braccia di
Audrey Hepburn intorno alla tua vita. La brezza dell'alba potenziata
dal movimento delle mezzo fece i nostri corpi stringersi forte l'uno
contro l'altro.
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