giovedì 28 gennaio 2016

Monologo della mattina dopo

Ieri la pizza era buonissima!Ingredienti di prima qualità a cominciare dalle farine. Lievitazione lenta, profumo inconfondibile di nutrimento base. Condimenti dai sapori decisi, appaganti tra gusto, olfatto e vista. Una vera goduria.
Io insalatina...
La birra, anzi le birre sgorgavano copiose in cinque diverse gradazioni, cariche dello spirito del luogo dove nascono. Versate lentamente nel bicchiere inclinato raddrizzandolo gradualmente, per favorire la formazione della schiuma e racchiudere i profumi e tutta la maestria artigianale. Una vera comunione tra spirito e spirito.
Io acquaetta...
Mannaggia alle intolleranze e le allergie! Mi sto incamminando verso la santificazione senza accorgermene! Mi resta solo il sesso e il fumo. Gli unici miei appigli di salvezza contro l'ascesi obbligata! Oh sì! Erba buona! Se l'unica cosa che mi resta dopo una vita d'ingordigia è brucare l'erba, che erba sia! Fumo e sesso. Ecco! Prossima volta che qualcuno mi racconta di aver mangiato una pizza divina come quelle che stavano ieri intorno alla mia insalatina e aver fatto sgorgare lungo la sua laringe un misto di profumi e sapori sapientemente spiritati, accenderò la mia sigaretta fatta lo stesso con maestria e orgoglio artigianale, farò un lungo tiro lasciando che i miei polmoni vengano inondati di profumo d'erba buona e mentre rilascerò che il fumo imprigionato trovi nelle mie narici la sua unica via di fuga, lo guarderò dritto negli occhi e come quel figo di Christian Grey dirò: io scopo forte..

lunedì 25 gennaio 2016

Quasi semplice...

Dicono che nelle difficoltà si conosce chi sta a nostro fianco.
Ma lì, misuriamo soltanto la sua resilienza... i momenti semplici, i momenti facili sono molte volte uno specchio più indicativo.
Una persona si conosce nella sua spensieratezza...
Presupposto fondamentale però è che esista una persona al nostro fianco, in modo che venga cancellata la solitaria unicità di ciascuno di noi.
E forse allora potremo conoscere con chi sta camminando a fianco la persona che abbiamo scelto per vivere “l'insieme”. Perché attraverso “l'insieme” si conosce “l'io”...

sabato 23 gennaio 2016

Perla nera

Le vere donne non guidano a meno che non sia il loro mestiere e per lei guidare era un mestiere che lasciava volentieri ad altri! Un sorriso che scaldava l'anima, un corpo che faceva venire brividi. Pupille color ebano incastonate a bulbi di madre perla. Occhi sinceri. Fisico asciutto avvolto sempre in tanta eleganza sia quando camminava su tacchi discreti che quando i tacchi restavano dietro di lei, occupando i primi due passi sulla soglia di casa. La servitù raccoglieva e poggiava le scarpe sul margine destro del primo scalino che portava ai piani alti della grande abitazione. Un marito di quindici anni più grande di lei, di origini europee, nato e vissuto nella grande metropoli africana. Un marito che l'apprezzava e la stimava moltissimo. Un uomo ben tenuto per i suoi sessant'anni. Lui color rosa, avvolte pallido, bassottino, il contrario della definizione “un bell'uomo” Affascinante e dolce comunque. Lei figura stilizzata della bellezza africana. Nulla tradiva le sue tre gravidanze, la prima 24 anni fa e l'ultima 9. In mezzo altri tre figli, uno biologico e due in affidamento. Nulla in lei tradiva la sua età. Quella la si riusciva a sapere solo parlando. Certo, anni vissuti bene, prendendo sempre cura di sé, senza mai usurarsi con lavori di manovalanza o poco gratificanti. Un avvocato dei più potenti nella grande metropoli di 17 milioni di popolazione stimata. Una donna di carriera che riusciva a conciliare tutto. Famiglia, lavoro, viaggi che la portavano spesso in giro per l'Europa, una grande rassegna di opere di bene che seguiva con dedizione, una grande rassegna di ospiti che arrivavano a casa sua. Da semplici persone arrivate dai villaggi rurali dell'entroterra a Dalai Lama e altri importanti capi spirituali e politici. Chi per una notte, chi per mesi interi. E la sua casa con tre uomini di servitù, due di guardia e un padrone di casa che seguiva tutto, funzionava alla perfezione. Lei, regina indiscussa, onorava soltanto con la sua presenza. Si svegliava presto, scendeva nella sala da pranzo per colazione ed alcuni giorni si faceva accompagnare sulla enorme distesa di sabbia bagnata dall'Atlantico dove faceva qualche minuto di corsa, un po' di esercizi e meditazione. Le piaceva tenersi in forma, vestirsi bene, dedicare del tempo alle persone, fermarsi ad ascoltarle, camminare scalza sempre e ovunque fosse possibile. Fare del bene dove poteva era il suo tendere verso Dio. Lavorare per migliorare le condizioni di vita di molte persone, lavorare per cambiare sorti di destino avverse. Ecco questo era il suo mestiere che seguiva dalle prime ore dell'alba fino spesso tarda notte, senza pause per giorni interi. Guidare invece era il mestiere del suo autista. Suo personale autista. Uno uomo di quindici anni più giovane, forse anche venti che guidava il suv al posto suo anche se lei aveva comunque la patente. Il suo autista aveva un aria di superiorità e si muoveva in casa con disinvolta padronanza come se fosse più parte della famiglia che non della servitù. In assenza dei genitori i figli facevano riferimento a lui e al suo potere decisionale. Uomo giovane con un fisico statuario che nessuna camicia riusciva a nascondere. Camicia che spesso si abbinava al bianco candido del suo sorriso. Forse una delle tante persone alla quale l'avvocatessa era riuscita a cambiarne il destino. E lui, affianco a lei emanava gratitudine. Tanta gratitudine che qualche mattina di quelle rare in cui lei restava al letto dopo le 8:00, dopo aver accompagnato i bambini a scuola e salutato il padrone di casa che usciva per commissioni, preparava un vassoio con la colazione e glielo portava al letto. Restava con lei per qualche ora senza che nessuno osasse disturbarli. Uno di quei giorni lo incontrai sulle scale che scendeva in cucina per riempire nuovamente le tazze di caffè. Pantaloni che mettevano in risalto due glutei potenti, camicia bianca abbottonata alla meglio e piedi nudi. Dopo, tutto tornava in un rapporto professionale tra dipendente e datore di lavoro. L'unica cosa che tradiva il peccato di una donna da molti santificata era il permesso al suo autista di girare per casa scalzo, esattamente come lei.

giovedì 21 gennaio 2016

Biscotti senza glutine

La storia di un triangolo d' amore, quella tra me, una tazza bollente di tè nero e biscotti con gocce di cioccolato. Non posso non lasciare tracce di una tale passione...  Ci stanno bene anche nel latte. Tempi di assorbimento brevissimi!
Ingredienti:
200gr burro a temperatura ambiente
160gr zucchero
2 uova
buccia d'arancia non trattata
100gr di gocce di cioccolato fondente
una bustina lievito per dolci
500gr farina di riso
2-3 cucchiaiate di amido di mais o noci polverizzate se l'impasto resta ancora attaccato nelle mani 
175°C-180°C per 15-20 minuti
46 biscotti circa

Lavorate per 5-6 minuti il burro e lo zucchero con le fruste elettriche, aggiungete le uova e continuate finché non sia tutto unito per bene. Grattugiate la buccia di un'arancia grande o due piccole. Continuate a lavorare con le mani, aggiungendo la farina di riso e il lievito setacciato e l'amido di mais o le noci polverizzate. All'ultimo unite le goccie di cioccolato fondente. Plasmate delle piccole palline (dimensione di una noce ) schiacciate le con le mani e disponete nella teglia. Possono stare anche vicini perché non crescono a dismisura.

Buona riuscita! 

mercoledì 20 gennaio 2016

Dormi e sogna!

Nelle gelide notti d'inverno, prima di coricarsi, bisogna buttar due tronchi nel fuoco.
“Vai a dormire amore! Ti voglio fresca e riposata!” Disse. Poi ci ripensò.
“Ti voglio tutta anima e corpo
Stanca e riposata
Felice e arrabbiata
Ma sempre innamorata

Eccitata”

E il fuoco continuò ad ardere...

lunedì 18 gennaio 2016

Monte di Venere

Il monte, il profeta, il cespuglio che arde senza bruciarsi. E lui si inginocchia allo squarcio di manifestazione divina che si apre davanti ai suoi occhi. Si trova proprio lì il centro del mondo, è proprio quello l'unico veicolo dell'ascensione al cielo o del ritorno al principio. Tocca il fuoco con le mani, porta la bocca vicino alle fiamme per assaporare la sacralità di un luogo dove si consumano le nozze tra il Cielo e la Terra. Il monte infuocato offre le sue tavole di pietra perché il profeta e non Dio, incida i suoi comandamenti. Lui scrive e il monte arde... Meta sublime di tutti i suoi pellegrinaggi per il resto della sua vita. 

giovedì 14 gennaio 2016

One-night stand

Bello lui! Lo guardava con discrezione e speranza di essere notata. E lui la notò. Fece il primo passo come imponevano le regole del gioco. Si presentò. Lei gli sorrise e continuarono a sorseggiare i cocktail colorati cercando di andare oltre la musica alta, la poca illuminazione del club, gli amici che ogni tanto si mettevano in mezzo. "E' una vecchia conoscenza d'infanzia che non incontravo da anni" mentì lei alle amiche che guardavano sbalordite il bel pezzo di figo che si era intrufolato nella compagnia. "Usciamo fuori a fare due passi e raccontarci la vita finora e poi mi accompagna a casa lui. Un tempo abitavamo nello stesso quartiere. Ci sentiamo domani!" Mezze bugie, mezze verità. Non avevano mai abitato nello stesso quartiere e non si erano mai visti prima anche se poi parlando non tardarono a trovare conoscenze in comune. Di passi ne fecero più di due ma verso la casa di lui. Era indubbiamente un bel ragazzo e non era la prima volta che qualche bella femmina ci restava secca. Aveva modi gentili, era un tipo divertente, semplice, che emanava amore da ogni gesto. Portarsele al letto per lui era un gioco. Ci si finiva sempre con naturalezza e lei sembrava cotta a puntino. Un po' di musica dei gusti fini, un altro cocktail. La festa divenne privè. Tutta per loro due e durò fino all'alba. Lei si addormentò tra le sue braccia per riprendere forze e lui rimase a contemplarla. Un esemplare raro senz'altro. Lineamenti fini occhi dal taglio orientale. Le avrebbe chiesto il numero di telefono. Si sarebbe illusa un po' aspettando una chiamata di lui che non sarebbe mai arrivata ma poi se lo sarebbe dimenticato catalogandolo come "un altro stronzo che sparisse." Un po' gli dispiaceva ma questo era l'iter... E poi nella sua vita una donna c'era già. Le accarezzo i capelli di seta la sua pelle morbida e profumata. Altroché se avrebbe voluto rivederla. Avevano condiviso una notte di amore appagante. L'aveva vista dimenarsi sopra di lui in preda ai suoi orgasmi... Avrebbe voluto riviverlo tutto questo, senza complicazioni ed effetti collaterali. Solo questo, nient'altro. Lei si svegliò, l'accarezzo. Dovevano alzarsi ormai per riprendere le proprie vite. Seduto lui sul bordo del letto per un attimo beccò se stesso sognare il prossimo incontro. Lei mise il viso vicino al suo per sentire un altra volta il calore dei loro corpi fondersi. Gli diede un bacio sulla guancia ed entrò in bagno per prepararsi. Quando uscì lui le chiese il suo numero di telefono. "Ci sentiamo se ti va." "Certo!" rispose lei, metà bugia e metà verità. Che si sarebbero risentiti e rivisti era certa ma che ciò le andasse bene, non tanto. Appena lui entrò in bagno lei prese un pezzo di carta, frugò nel suo cellulare e copiò un numero. In macchina erano silenziosi tutti e due. Ognuno nei propri pensieri. Lui in preda ad una voglia di confessarle tutto e chiederle di rivedersi e riamarsi nonostante "il tutto" e lei facendo i conti con quanto piccolo è il mondo... Sotto casa sua lui estrasse il foglio col numero di telefono che poco fa gli aveva dato. "Ti chiamerò" le disse. "Meglio di no!" rispose lei amorevolmente. "Dai, non scherzare! Voglio rivederti!" "Ci rivedremo!" Disse lei ridendo. "La mia migliore amica fa da testimone di nozze ad una sua cugina. Sono invitata anche io! Ma mi raccomando, fai da bravo perché senza lo sposo il matrimonio salta!" "Avrei voluto dirtelo ma non ci riuscivo! Poi erano usciti fuori un sacco di conoscenti in comune! Avevo paura che ti sentissi esposta!" Lei sorrise. "Tesoro mio! Sono adulta e so pararmi da sola!" Estrasse anche lei il suo foglietto col numero di telefono copiato. "Questo è il numero della tua fidanzata, giusto? Sappi che se qualche tuo amico verrà a sapere di noi e della nostra notte, lo userò!"
Si videro un paio di volte ancora in mezzo ad amici in comune e una altra volta prendendo un caffè loro due. Lui le raccontò come si era incastrato tra genitori e fidanzata, tutti accaniti organizzatori di matrimoni, le disse che la pensava sempre che... "ce l'ho ancora il mio foglietto col numero" lo interruppe lei e continuarono a prendere il loro caffè senza ulteriori film mentali...

lunedì 11 gennaio 2016

Auguri

A te che mai mi hai chiesto di sposarti.
A me che mai ho desiderato di sposarmi.
A te che mai hai progettato un giorno oltre l'oggi.
A me che volevo che mi abbracciasti e mi dicesti “voglio invecchiare con te.”
A te che non l'hai mai detto ma che lo davi per scontato.
Auguri a te e auguri a me di buona sorte e di salute.
Auguri a noi che a dispetto di noi ci siamo sposati un giorno come oggi.

giovedì 7 gennaio 2016

50 sfumature d'ufficio

Una mattinata come tante, in ufficio. Sembra, ma non lo è. Da vent'anni ogni giorno gli stessi gesti, gli stessi visi intorno. Rassicurante! Anni di vita da condividere in una convivenza forzata. Rapporti di amore e odio misti con tanta solidarietà tra colleghi, qualche arruffianamento, un po' di sgarbo, una dose di sgomitate. Un sano ambiente lavorativo insomma! Si conosce tutto di tutti in ufficio. O così sembrava fino a quella mattina che al cellulare del caro collega F, (un bravo ragazzo, tranquillo, volitivo e sempre bendisposto nei confronti degli altri. Ragazzo? Sì, ragazzo di quasi mezzo secolo, ragazzo comunque! Dicevamo? Che al cellulare del caro collega F,) arrivano dei messaggi. Uno, due, tre... ben cinque messaggi. Apre il primo e poi lascia le notifiche squillare senza guardare. Un velato sorriso gli si stampa in faccia. Appena si accorge di non aver nessun sguardo su di sé, apre il secondo messaggio. Sente la vena sul collo pulsare. Poi continua a digitare sulla tastiera del suo pc. E ancora il terzo, il quarto. Inizia a sentirsi caldo e a faticare di stare fermo sulla sedia. A stento controlla il respiro. Apre il quinto. Il sangue non gli circola più. Fluisce tutto verso un unico punto che si gonfia, cresce e minaccia di far esplodere la cerniera dei pantaloni. Ma come le sarà venuto in mente inviargli foto del genere mentre lui sta lavorando! Appena possibile si servirà di tutto quel ben di Dio che le foto promettono. Due colleghe un paio di metri da lui tirano giù dei plichi di documenti da revisionare e sistemare altrove. Una sulla scala e l'altra giù, a prendere i plichi ed accatastarli sulla scrivania. Ma quanto chiacchierano queste due! A giorni esce sulle sale cinematografiche il tanto atteso film erotico e loro scalpitano! Cristian e Anastasia fanno furore sulla parola! Già il titolo è un successone! Hanno visto il trailer tanto da impararlo a memoria. Il bacio di Cristian dentro l'ascensore... Solo quello è una goduria! Chi sa il resto! Parlano e sognano. E c'è chi sogna e chi invece ricorda... E il povero collega F cerca di lavorare, tra messaggi che turbano, discorsi che ricordano e paura che le colleghe gli chiedano aiuto, mettendolo sulla scala e passarle i plichi più pesanti...

mercoledì 6 gennaio 2016

Vacanze romane

L'ultima volta che abbiamo mangiato insieme di notte, dopo tanti anni, fu nel nostro ultimo incontro di quest'estate. Quel unico incontro che ci concediamo una volta all'anno. Ero venuta a trovarti nel tuo locale, a bere un cocktail con una amica. Verso le due lei, come tutti gli altri clienti se ne andò.
- Rimango ad aiutarti? Ti chiesi.
- No, resta per farmi compagnia. Ti porto io a casa. Mi dicesti mentre sistemavi tutto prima di chiudere.
In un sacchetto hai messo dei minuscoli panini e stuzzichini non venduti che servivano per accompagnare gli aperitivi Hai preso un pezzo di carta e hai scritto sopra “panini puliti” l'hai appiccicato nella busta e mi l'hai data in mano.
- La puoi, per favore andare ad appendere nel palo vicino al cassonetto della spazzatura? C'è sempre più gente che rovista tra l'immondizia in cerca di mangiare. Delle volte non faccio in tempo di chiudere e quando passo da lì il sacchetto è già sparito e se guardi per strada a quest'ora non c'è anima viva. Eppure sparisce.
Uscì per strada. Avevi ragione. Strada del centro storico completamente deserta. Si sentiva qualche tintinnio dei bicchieri che stavi lavando e all'improvviso la tua voce che ruppe la quiete notturna.
- Ti amoooo!
Mannaggia a te! Riuscivi a mettermi in imbarazzo anche dopo vent'anni! Mi guardai intorno nella speranza non fossi la destinataria. Nulla. Non c'era anima viva. Toccava a me risponderti.
Quando hai finalmente abbassato la serranda ti si illuminò il viso:
- Andiamo a mangiare qualcosa?
- Andiamo! Ti dissi, anche se per la verità dovevo essere già a casa. Marito e figli si erano da tanto addormentati senza la mia buonanotte e a me questa mancanza pesava. Sapevo che se ti avessi detto di no, mi avresti portata a casa e poi saresti andato a dormire a digiuno.
Optammo per una pizzetta al taglio che sarebbe stata più veloce. Non volevo deluderti ma io ormai da anni non mangiavo più di notte. E poi il mio organismo faticava a tollerare il grano. Come un tempo iniziasti a imboccarmi con le mani passandomi pezzettini di prosciutto e formaggio fuso. Ma alla fine riuscì a farti smettere di imboccarmi. Appena saziato un po' salimmo sulla tua moto. “Vorrei che fosse una vespa e che la città fosse Roma” Dissi prima di accendere il motore. Come per tutto quello che cercavi di comunicarmi mi ci è voluto tempo a capire che avresti voluto fossi la tua principessa evasa dalla sua “prigionia” per un giorno. Avresti voluto essere Gregory Peck con le braccia di Audrey Hepburn intorno alla tua vita. La brezza dell'alba potenziata dal movimento delle mezzo fece i nostri corpi stringersi forte l'uno contro l'altro.

domenica 3 gennaio 2016

E mi chiedi, mi chiedi e mi chiedi! Cosa potrei dirti dell'amore se fondamentalmente neppure io ci ho capito qualcosa?